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Social lending per cattivi pagatori in Italia


Opinioni e commenti sui siti di social lending in Italia nel 2024 e prestiti peer to peer o p2p le esperienze e se conviene


Social lending per cattivi pagatori: è possibile finanziare chi sia stato segnalato? Prima di descrivere tutto il sistema del social lending, brevemente, ci occupiamo del fatto se queste piattaforme finanziano o meno i cosiddetti cattivi pagatori. Ebbene, senza tanti giri di parole, possiamo affermate che, in base a quanto si legge dalle faq di questi portali, è da escludere finanziamenti in capo a chi, per es., sia stato iscritto al crif o sic equivalente al 2024. Se quindi siete arrivati in questa pagina per sapere dei social lending per cattivi pagatori non possiamo fare altro che, se volete, rinviare su una risorsa presso la quale trovare info e soluzioni ovvero su social lending per cattivi pagatori segnalati, altrimenti proseguite con l'articolo. Dunque, dopo aver trattato i prestiti tra privati in generale, ai quali rimandiamo per motivi strettamente logici coloro che non l'abbiamo ancora letto, proseguiamo con il social lending pure identificato con le locuzioni de prestiti peer to peer o prestiti p2p lending ovvero prestito sociale. Tuttavia, quest'ultima definizione è errata in quanto è vero che la traduzione italiana di social landing coincide con quella di prestito sociale, ma è anche vero che in italia per quest'ultimo si intende quello attuato all'interno delle cooperative e che, pertanto, nulla ha a che fare con il prestito peer to peer o social lending p2p importato dai paesi anglosassoni. Il social lending in Italia invece è il credito che si fanno reciprocamente delle comuni persone (o imprese) sfruttando una piattaforma informatica gestita dalla rete di internet: i cosiddetti p2p social lending sites cioè i siti di social lending italiani online

Come funziona e quali sono le opinioni ed i commenti sui siti di social lending in Italia per il corrente 2024? Dicevamo che il social lending p2p è di chiara origine anglofona, e consiste in una piattaforma tecnologica funzionante nel web che fa incrociare la domanda con l'offerta di credito da parte di privati (persone fisiche e/o giuridiche): chi chiede un prestito incontrerà chi ha intenzione di offrirlo. Le ragioni dei prestiti peer to peer sono triplici ma connesse tra loro: 1) anzitutto, quella di limitare (e non eliminare) le varie spese di mediazione degli istituti di credito. Parliamo di limitare in quanto anche nei prestiti p2p lending sono previste delle commissioni che vanno a chi gestisce il sito, ma queste "dovrebbero" essere meno onerose rispetto quelle che incamerano banche e finanziarie; 2) poi, la persona che presta moneta, grazie al social lending e soprattutto in questo 2024, ha un rendimento maggiore rispetto ai bot, cct, ecc., ma anche la soddisfazione di esercitare il lavoro che fa la banca: prestare dei soldi alle persone; 3) infine, chi prende la cifra in prestito "dovrebbe" pagare un tasso di interesse nettamente inferiore a quello proposto da banche e finanziarie... Potremmo dire, ...e vissero tutti felici e contenti! Beh, non è proprio così, come vedremo.

Social lending in Italia: ha preso corpo da circa 15 anni (primi mesi del 2008) ed aveva raggiunto volumi di transazioni non indifferenti. Possiamo dire che, al pari di Stati Uniti Germania Francia Olanda ed altri paesi, aveva inizia a funzionare. I prestiti peer to peer piacevano sia ai prestatori che ai richiedenti. Le principali realtà che gestiscono il social lending Italia o i social lending sites sono: Smartika (la ex Zopa), Boober (i cui p2p sono oramai sospesi), Blender e Prestitiamoci. A parte Boober, gli altri tre siti di peer to peer sono i protagonisti del social lending in Italia anche nel 2024. Tuttavia, in base alle esperienze ai commenti ed opinioni raccolte in rete il social lending NON conviene alchè si è registrata una progressiva battuta d'arresto del p2p italiano. Perchè non conviene? Forse per il modo di classificare le persone (e le aziende) con la conseguenza che i debitori a più alto rischio e a parità di garanzie, paghino un prestito più oneroso dei tradizionali istituti di credito. Per capire meglio, pieghiamo come funziona il rating. Allora, tutte le p2p hanno lo stesso modo di classificare i richiedenti, futuri debitori: danno loro un rating che va dalla lettera A alla E: la prima lettera è il prestito p2p che ha maggiore probabilità di essere saldato ed ha un rendimento minore a fronte di un basso rischio di insolvenza; di contro, la lettera E (o comunque l'ultima) è il prestito peer to peer a più alto rendimento ma presenta maggiori rischi di insolvenza; nel mezzo vi sono i p2p con rating B, C e D. Il rating di chi chiede prestiti p2p lending viene assegnato seguendo la classificazione del poco noto credit score statunitense ovvero interrogando le centrali rischi e le banche dati per vedere il grado di indebitamento, se è pulito, etc. Mentre, chi presta decide liberamente a quale rating prestare, sapendo che prestando a quello "A" avrà un minore rendimento ma basso rischio, a "B" un rendimento un pò maggiore ma anche il rischio aumenterà ecc. ecc. fino ad arrivare alla E.

Inoltre, come molti già sanno, il social landing in Italia in un primo momento fu bloccato nel luglio del 2009 da un decreto della Banca di Italia, la quale, prima a Zopa.it e poi ad altre due società di social lending p2p (Kasbia che è definitivamente scomparsa e Boober), ha contestato la illegittimità del modus operandi per quanto attiene il deposito delle somme versate e prima che queste siano erogate sotto forma di prestiti peer to peer online. In pratica, la Banca di Italia contestava che l'attività delle social lending andava oltre il prestito p2p ma costituiva una raccolta di risparmio laddove i liquidi vengono depositati in un conto ed ivi giacciono prima di essere erogati. Secondo la Banca d'Italia manca un passaggio fondamentale: quello di tutelare i depositi dei prestatori prima che i liquidi vengono distribuiti tramite il social lending p2p on line. Da un punto di vista formale, il social lending p2p ha effettivamente violato la normativa, tuttavia ci poniamo una domanda: perchè se ne sono accorti dopo quasi due anni? La maggior parte degli utenti pensava che siccome il progetto dei prestiti peer to peer p2p era decollato lo hanno strongato volutamente perchè rappresentava una "minaccia" agli utili delle banche. Noi non sappiamo se ciò sia vero, ma una cosa è sicura: al momento, in tutti gli altri paesi superiormente citati il social lending p2p continua a funzionare, in Italia no! Perchè? Forse per la motivazione suddetta o c'è altro? Comunque sia, 3 fra i siti di social lending sono operativi in quanto hanno superato il problema posto dalla Banca d'Italia, mentre gli altri due hanno di fatto chiuso i battenti. Ma a proposito di esperienze, opinioni e commenti anche ad opera delle associazioni dei consumatori, qualcuno si è mai chiesto chi ci sia dietro le piattaforme di social lending? Se avete la pazienza di leggere un articolo appresso indicato, non crederete ai vostri occhi: analisi ed opinioni sui prestiti tra privati di smartika e prestiamoci
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